Il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto che abolisce definitivamente la censura cinematografica, un provvedimento molto atteso che sembra eliminare “quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di agire sulla libertà degli artisti” come lo stesso ministro ha affermato.
Viene istituita la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori.
“Si mette in essere una sorta di autoregolamentazione – ha spiegato all’ANSA Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo – saranno i produttori o i distributori ad autoclassificare l’opera cinematografica, alla commissione il compito di validare la congruità”.
Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia con il nuovo decreto.
La nuova commissione
A validare la congruità delle nuove classificazioni sarà una commissione composta da 49 membri incluso il Presidente (Alessandro Pajno) nel rispetto dell’equilibrio di genere. Avrà durata di 3 anni e vedrà al suo interno sociologi, pedagogisti, psicologi, studiosi, esperti di cinema (critici, studiosi o autori) , educatori, magistrati, avvocati, rappresentanti delle associazioni di genitori e persino di ambientalisti.
Per rendere più comprensibile la classificazione i materiali pubblicitari avranno icone indicanti la eventuale presenza dei contenuti ritenuti sensibili per la tutela dei minori, tra i quali violenza, sesso, uso di armi o turpiloquio.
Le 3 novità principali
1) è abolita la possibilità di vera e propria censura dell’opera. Non è infatti più previsto né il divieto assoluto di uscita in sala di un’opera, né l’uscita condizionata a tagli o a modifiche della pellicola;
2) è definito un sistema di classificazione più flessibile, maggiormente conforme alle diverse tipologie di opere e coerente con il generale allargamento del pubblico in sala;
3) si introduce il principio di responsabilizzazione degli operatori cinematografici, che sono chiamati a individuare la corretta classificazione dell’opera in base alla fascia d’età del pubblico destinatario e a sottoporla alla validazione di un apposito organismo di verifica, la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, che va a sostituire le attuali sette Commissioni per la revisione cinematografica.
Il regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni del 2019 individua la classificazione delle opere audiovisive destinate al web e dei videogiochi, al fine di assicurare, anche per tali opere, il giusto ed equilibrato bilanciamento tra la tutela dei minori e la libertà di manifestazione del pensiero e dell’espressione artistica.
Le 4 classificazioni
Secondo la nuova disciplina, le opere cinematografiche, compresi gli spot pubblicitari destinati alle sale cinematografiche, dovranno essere classificate dagli operatori nel settore cinematografico.
Le categorie sono 4:
a) opere per tutti;
b) opere non adatte ai minori di anni 6;
c) opere vietate ai minori di anni 14;
d) opere vietate ai minori di anni 18.
Il decreto stabilisce che, per i film vietati ai minori di anni 14 o 18, può essere consentito l’accesso in sala di un minore che abbia compiuto rispettivamente almeno 12 o 16 anni, nel caso in cui esso sia accompagnato da un genitore (o da chi eserciti la responsabilità genitoriale).
Viene istituito un nuovo sistema di icone e di avviso per i contenuti sensibili (violenza, armi, sesso).
Il decreto inoltre aggiorna il regime sanzionatorio prevedendo anche sanzioni di tipo reputazionale con la pubblicazione online delle sanzioni.
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