Music Video: tutte le tipologie di riferimento

Scritto da Gianmarco Capri

Dicembre 17, 2019

Dopo aver approfondito quali sono le caratteristiche degli Aftermovie, in questo focus on ci focalizziamo sui Music Video

Se siete dei professionisti dell’audiovisivo oppure siete alla prime armi, vi sarà comunque capitato almeno una volta di realizzare un Music Video. Questa è una delle tipologie più diffuse e anche quella che permette a videomaker inesperti di poter fare pratica e affinare le proprie capacità.

Che lo abbiate realizzato per un amico, sotto commissione o per il puro piacere di sperimentare, vi sarete accorti che ci sono tantissimi modi differenti di costruire un video musicale.

(Michael Jackson – Thriller; Regia di John Landis Primary; considerato uno dei migliori videoclip musicali della storia)

 Per Music Video (in Italia si usa più il termine videoclip) intendiamo in generale un filmato scenografato, eventualmente coreografato e prodotto per promuovere una canzone ed il cantante e/o band che la interpreta.

Fino agli anni ’70 prendevano il nome di filmati cine-musicali e con l’avvento e lo sviluppo delle emittenti televisive questi prodotti iniziano ad essere chiamati video musicali (Music Video nell’accezione anglofona).

A partire dai primi esempi, come quelli italiani di fine anni cinquanta a cavallo poi con il passaggio alla tv a colori, per questa tipologia di video sono state utilizzate forme stilistiche ed espressive molto differenti.

(Renato Carosone – Tu Vuò Fa’ L’americano; tratto dal film Toto’, Peppino e Le Fanatiche)

Possiamo adottare la seguente suddivisione per classificare i Music Video:

1) Music Video con una trama: ci sono moltissimi esempi di video musicali che utilizzano una narrazione filmica tradotta in immagini a partire dal brano.

In questo caso generalmente abbiamo una trama di fondo che si sviluppa durante tutto il video senza l’utilizzo di playback e molte volte anche senza i componenti della band e/o del cantante. In altri casi è proprio la band ed il cantante ad interpretare un ruolo all’interno del “film”.

Chiaramente per quanto concerne la narrazione ci si può affidare ai flashback, i flash forward attraverso una cronologia che può essere lineare o non.

(Salmo – Lunedì ; regia YouNuts; con Alessandro Borghi)

2) Music Video senza trama: generalmente vengono utilizzati per i video di un concerto che poi, con il montaggio, prendono la forma di un video musicale.

Qui non c’è una costruzione filmica e narrativa ma abbiamo la presenza della band e/o il cantante durante tutto il video.

In altre forme si fa uso dei playback e di registrazioni live e, grazie all’editing, si uniscono più piani per non rendere troppo statico il video.

In alcuni casi, come per esempio i Music Video di registrazioni in studio, si cerca di raccontare anche il contesto del video e quindi ai playback vengono unite immagini di contesto sempre per diminuire la staticità.

Di seguito alcuni videoclip di questo tipo realizzati per la Impresso Visual.

3) Music Video misto: fanno uso di entrambe le precedenti classificazioni. In questo caso si ha sia la presenza di playback e quindi la presenza del cantante e/o della band che suona e interpreta il brano, sia di situazioni che rimandano ad una costruzione più narrativa.

Di esempi ce ne sono davvero tanti perchè una delle tipologie più usate. Di seguito alcuni video che ho realizzato con questa tipologia.

4) Music Video animato: è una forma di impatto che permette alla canzone di essere valorizzata attraverso l’utilizzo di personaggi disegnati e animati.

Sembra strano ma era molto più diffusa in passato che oggi anche se ci sono svariati esempi di artisti contemporanei che hanno optato per un video di questo tipo.

Anche se avrebbero bisogno di una categoria a parte, in questa categoria rientrano anche i video che utilizzano sia immagini video che creazioni animate.

(Takagi & Ketra – La Luna e La Gatta feat. Tommaso Paradiso, Jovanotti, Calcutta; Regia, D.O.P ed Editing Gaetano Morbioli)

(Carl Brave – Fotografia ft. Francesca Michielin, Fabri Fibra; Animazioni Daniele e Davide Ratti; Background Davide Lai)

Una tecnica molto diffusa è anche quella del Double Exposure. Anche in questo caso il filmato può seguire una storia con una trama oppure allontanarsi da una narrazione lineare e proseguire per concetti e simboli.

Di seguito un video che ho realizzato con questa tecnica.

5) Music Video concettuale: è una tipologia che non si serve di una narrazione lineare quanto piuttosto della potenza espressiva delle immagini dove il montaggio serve a dare ritmo e poetica al video stesso.

In questo caso la libertà è il perno fondante e c’è grande possibilità di sperimentare.

(Billie Eilish – when the party’s over)

(The National – “I Need My Girl”; regia di Sophia Peer)

Questa classificazione, se pur sommaria, ci aiuta a distinguere le tipologie di videoclip dal punto di vista narrativo e stilistico. Per quanto riguarda l’editing ci sono moltissime tecniche che si utilizzano.

Al di là del montaggio a tempo (di cui parleremo in un focus nelle prossime settimane) vi segnalo la tecnica del pancake editing. Quest’ultima, che prende il nome con un chiaro riferimento al dolce tradizionale americano, permette una gestione veloce dei playback e in generale dei vostri porgetti in timeline.

In generale si caratterizza per una gestione della timeline a strati: i playback vengono messi a sync uno sopra all’altro e successivamente, scegliendo le parti migliori e più funzionali al ritmo di montaggio del video, vengono divisi abilitando e disabilitando le parti scelte. A quel punto il vostro progetto in timeline sembrerà davvero un pancake a strati, con tutti i playback divisi.

Lo stesso meccanismo può essere gestito utilizzandolo più timeline nello stesso progetto, una sopra all’altra. Molti programmi di editing permettono di fare ciò ovvero di aprire e gestire più timeline in un’unica principale.

 

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È il miglior metodo, a mio avviso, per gestire un Music Video montato interamente con i playback. Io utilizzo questo metodo anche per videoclip dove ci sono sia playback che immagini più “narrative” che utilizzano appunto una trama per portare avanti la sequenza di immagini.

Anche in questo, nelle prossime settimane, cercherò di approfondire questa tecnica perché la trovo davvero utile per l’editing di alcune tipologie di Music Video. In merito ci tengo a ribadire che

così come è difficile cucinare un pancake senza farlo bruciare, così è molto complesso adottare delle scelte in montaggio che portino al risultato sprecato.

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Ci vuole molta pratica e sicuramente all’inizio potrete commettere degli errori. Come dico sempre gli sbagli servono più delle vittorie: ci aiutano a capire come e dove migliorare.

(Franco126 – Stanza singola feat. Tommaso paradiso; regia Younuts)

Concludo questo focus on sui Music Video parlando dei piani sequenza.

Molti sono i videoclip interamente girati e montati in piani sequenza. Questa tecnica, molto complessa dal punto di vista produttivo piuttosto che di gestione del montaggio, ha bisogno di risorse dal punto di vista dei mezzi (jimble, steadycam, ronin …) e dell’esperienza messa in campo.

In questo caso bisogna conoscere nel dettaglio quali sono i movimenti di camera ed il percorso da seguire. Un minimo errore in fase di ripresa vi costringerà a rigirare tutto dall’inizio. I piani sequenza non fanno sconti a nessuno.

 

Questo argomento è trattato nel dettaglio sul corso STARTER PACK FILMMAKING dell’Academy di Montalo. SCOPRI di più sul corso (qui)

 

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